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Questa mattina mi sono svegliato e come tutte le mattine mi stavo prendendo un’oretta per leggere le notizie e quello che sta succedendo nel mondo. Ho sentito il dovere di scrivere qualcosa, e allora eccoci qui. Questo numero non sostituisce quello di prossima settimana, è solo una riflessione a caldo che sento il bisogno di fare e condividere.
Daniele
L’occidente migliore è fuori dall’occidente. Nelle giovani iraniane che liberano i capelli e vengono assassinate per questo. L’Europa migliore è fuori dall’Europa. Nei giovani ucraini che ne sventolano la bandiera. O in una giovane pakistana che le è arrivata dentro e viene assassinata dai suoi – i suoi… Per capire chi siamo, o almeno chi non siamo, chi non siamo più, bisogna guardare a chi non è ancora come noi, e immagina che noi siamo come lei ci immagina.
Questa citazione proviene dalla rubrica che Adriano Sofri tiene su Il Foglio. Esprime un concetto semplice: vedere lottare persone non occidentali per ottenere quello che noi in occidente abbiamo già è un’immagine potente. Guardarli lottare, rischiando e spesso donando la propria vita per gli altri, per avere quello che noi abbiamo già dovrebbe permetterci di prendere consapevolezza su ciò che ci è stato consegnato, e voglia di difenderlo. Per la libertà, i diritti, la democrazia.
La nostra democrazia non è in pericolo. Il sistema immunitario delle istituzioni pensato dai padri costituenti è forte, i suoi anticorpi democratici resistenti. Tuttavia, presto vedremo insediarsi in Parlamento il governo più a destra della storia repubblicana, e probabilmente il più anti-repubblicano di essi. Sebbene Giorgia Meloni abbia tentato in ogni modo di indossare la maschera delle istituzioni in queste settimane, è bastato aspettare la prima votazione per farla cadere, quella maschera.
Come seconda e come terza carica dello stato sono stati eletti Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. La Russa culturamente è un fascista, di quel fascismo stantio e cringe, quel fascismo che in casa tiene i busti del Duce e le immagini dei comunisti che bruciano. Ed è meglio di Fontana. Fontana è un uomo che ideologicamene vorrebbe distruggere, ritornare indietro, recuperare una visione del mondo che non è più sostenibile. Filosoficamente, scientificamente e socialmente. É un reazionario nel senso più forte del termine. Antiaborto, antifemminista, filoputiniano, antiprogresso. E riveste la terza carica dello stato.
Ora: so che presidenza di Senato e Camera non hanno un grande potere effettivo. Ma tutto ciò è simbolo di più cose. Di un cambiamento di aria, della falsità dietro cui Meloni si stava nascondendo per il suo rebranding, della nuova ideologia numericamente dominante all’interno del parlamento italiano. So che è giusto così. Il 40% degli elettori ha votato quella coalizione. Ma il 60% no, e non sto considerando gli astenuti. Quel governo (nella sua piena legittimità giuridica e politica, sia chiaro, non è questo che sto mettendo in dubbio) non rappresenterà una grossa fetta dei cittadini italiani. E io lo voglio dire con forza: sono, siamo diversi da loro. Io credo nell’Europa, in un’Europa federale, in più diritti, in uno stato totalmente laico e democratico, nella tutela delle minoranze e nelle aperture dei confini, nella libertà di impresa e nella libertà privata. E queste persone non mi rappresentano. E un po’, ahimé, mi spaventano.
E allora stiamo pronti. In questi cinque anni sarà dovere di ogni cittadino che non si rispecchia in quelle visioni del mondo, quelle di La Russa e di Fontana, le visioni del mondo che vogliono la chiusura patriottica dell’Italia in sé stessa e il ritorno al cristianesimo fondamentalista di stato, stare informato, seguire ciò che accade, fungere da organo di controllo aggiuntivo. E al primo segnale di atteggiamenti illiberali, alle prime azioni espressione di valori anti-repubblicani, scendere in piazza, farsi vedere, non lasciar correre. É nostro dovere civile non permettere a nessun politico di muoversi in direzione di una fuoriuscita dal circuito costituzionale.
Lo dobbiamo a chi questa repubblica è morto per fondarla, lo dobbiamo ai giovani ucraini che muoiono sotto le bombe di quel criminale di guerra neo-nazista che è Vladimir Putin, lo dobbiamo alle ragazze uccise dalla polizia morale iraniana per aver fatto vedere i loro capelli, lo dobbiamo a noi stessi e ai valori in cui crediamo.
Stiamo pronti.
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Ci sentiamo domenica prossima.
Abbraccio,
Daniele
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