Il genio e la masturbazione
E se la cultura non fosse fatta solo di manuali scolastici e fredde nozioni?
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Per le persone nuove che non mi conoscono lascio i miei profili Instagram, Twitter e Linkedin. La riflessione di oggi è un po’ fuori dagli schemi, sto sperimentando. Se ti è piaciuta o meno, se l'hai trovata stimolante oppure fuori luogo, scrivimi, ne ho bisogno. Iniziamo!
“La seduzione ruba il senno anche ai saggi.”
Omero
Oggi ho deciso di osare un po’. Dopo aver letto il titolo, alcuni potrebbero aver pensato, confusi, che la “Cultuva” (con la erre moscia) non parli di queste cose. Ma non è vero, ne parla eccome. É radicata in noi questa idea che la cultura sia qualcosa di classista, riservata ai topi da biblioteca con il monocolo, agli anziani professori che passano tutta la vita a studiare le stesse 10 righe scritte in greco del Protagora di Platone. Mentre la vita vera è altrove, le altre persone devono affrontare i problemi veri nella loro quotidianità, mica analizzare il Protagora di Platone.
Ma questa visione della cultura è così impoverita, così ristretta, così ingiusta. Non fraintendetemi, ci sono professori universitari che fanno molto peggio di quello che ho detto. Tuttavia, come diceva un saggio, “la cultura è carne e sangue”, non monocoli, filologia e manuali per le scuole superiori. La cultura è quotidianità, è fatta di donne e di uomini, come te, me e i tuoi genitori. Uomini che si alzavano ogni mattina, facevano sesso, erano gelosi della fidanzata, avevano l’insonnia, si sentivano inadeguati, felici, soli, tristi. Uomini che erano vivi, per quanto tremendamente intelligenti. Un antico detto africano suona così:
“A vedere la bocca di un re, nessuno direbbe che ha succhiato il seno di sua madre”.
Ed è proprio questo il concetto. Se non riuscite a immaginarvi Galileo Galilei che tutte le mattine dopo la colazione va in bagno a defecare, ancora non ci siamo. E non sto scherzando (solo un po’).
Io la chiamo de-umanizzazione della cultura (ci ho scritto un saggio che è stato premiato dall’IRSE, se vuoi approfondire) ed è un problema estremamente diffuso che ha molteplici radici. Oggi che finalmente la meraviglia dello studio è davvero alla portata di tutti, molti non ne sentono l’utilità, la bellezza, e non riescono a rendersi conto di quale incredibile occasione abbiano davanti. E oggi è proprio questo che cercheremo di fare: ridare anima e sostanza a questi uomini incredibili che non si meritano di essere ridotti a meri trafiletti in manuali scolastici e a incomprensibili articoli universitari.
La nostra storia inizia con un appunto preso su un diario nel novembre del 1914 nelle retrovie del fronte orientale della prima guerra mondiale.
“Non dipendere soltanto dal mondo esterno, e allora non ti sarà necessario temere ciò che in esso accade”.
Indubbiamente un bel pensiero, legato (casualmente) al concetto di autarkeia, del bastare a se stessi. Un’idea che ha radici estremamente antiche e che è ancora interessante analizzare, anche per usarla come nome per le newsletter (😇). Ora, sapete cosa era stato appuntato su quello stesso diario poche settimane prima? Ecco qui.
“Mi sento più sensuale di prima. Oggi mi sono nuovamente masturbato”.
A parte l’ironia che suscita l’idea che i biografi vadano a spulciare qualsiasi cosa che il genio preso in esame abbia scritto (non so se lui sarebbe felice del fatto che io scriva questa newsletter sul suo autoerotismo), bastano questi due appunti per fare emergere tantissime riflessioni. Innanzitutto, di chi stiamo parlando? Chi ha scritto queste parole?
Ludwig Wittgenstein. Logico, filosofo e ingegnere è stato uno dei più grandi geni del ‘900. Ha rivoluzionato la logica contemporanea e ha cambiato per sempre il modo di vedere la filosofia. Nel mondo anglosassone è considerato alla stregua di una divinità. Era un uomo estremamente eccentrico e geniale, molto strano e borderline. (Ormai avrete capito che mi piacciono molto questi personaggi).
Perché leggere queste parole ci stupisce? Perché non siamo abituati a vedere in questo modo quello che studiamo. Perché dovremmo meravigliarci del fatto che il più grande genio degli ultimi decenni si masturbasse? Era un essere umano come te, come tutti noi. Aveva debolezze, eccessi, tormenti. E Wittgenstein è solo un esempio, leggete qualsiasi biografia e proverete la stessa vertigine.
Ora dopo aver compreso questo, perché tutto questo dovrebbe interessarci? “Va bene, erano essere umani come me, e quindi?”. E quindi. Innanzitutto, cosa significa interesse? Interesse è una parola latina traducibile con partecipare, importare, perché inter-esse significa appunto stare in mezzo, essere dentro. Qualcosa ci interessa perché ci sentiamo coinvolti, la troviamo simile a noi, sentiamo che è affine alla nostra vita. “Sembra che parli di me!”, e allora qualcosa ci interessa. Appunto perché ci siamo dentro.
E la grande cultura è fatta da uomini che vivevano lo scorrere del tempo come lo vivi tu, come lo vivo io. Sono stati bambini, adolescenti, adulti e anziani, come noi. Hanno avuto a che fare con la prospettiva della morte, come noi. Con l’inadeguatezza di se stessi, con la curiosità di vivere esperienze e con l’entusiasmo di fare scoperte. Si sono posti tantissime domande e hanno dato le loro personali risposte, spesso incredibilmente acute, a volte inaccettabili dal nostro punto di vista, altre volte con cui non siamo per niente concordi, ma sempre stimolanti e fondamentali per costruire la propria personale risposta.
Studiare è infatti un modo per cercare risposte alle domande che ti sei posto, che ritieni essenziali, per cui provi inter-esse. Studiare è un modo per sentirsi meno soli, per scoprire che i dubbi costanti che ti assillano non sono solo voci insensate che non riesci a fare tacere, ma domande che in tanti si sono già posti, domande per cui molti altri uomini hanno già sofferto in passato senza che tu lo sapessi. Studiare è un modo per scoprire i propri pregiudizi, scoprendo che le proprie convinzioni si basavano su assunzioni fallaci. Studiare è un onore, perché permette di cercare risposte a quello che Wittgenstein chiama “il problema della vita".
Ogni volta che apro un libro provo a tenere questo a mente. Dietro ai libri si celano persone, e dietro alle persone ci sono sentimenti, errori, passioni, dolori, idee e, si, anche l’autoerotismo. C’è una celebre citazione a me molto cara di Terenzio tratta da una sua antica commedia che riassume tutto questo in poche parole.
“Sono un essere umano, e nulla di umano ritengo mi sia estraneo.”
“Homo sum, humani nihil a me alienum puto.”
Dopo questo excursus erotico-filosofico, vediamo cosa è successo di interessante questa settimana. Parliamo di attualità: ci sono novità sul caso Regeni.
L’ambasciatore italiano al Cairo Maurizio Massari venne colpito da un attacco di nausea quando vide per la prima volta il corpo senza vita del dottorando di Cambridge steso su una tavola di metallo. La bocca di Giulio era spalancata e i capelli erano sporchi di sangue. Aveva molti denti rotti, e più di una ventina di ossa spappolate. Aveva gravi ferite sulla schiena e tutto il corpo era butterato da bruciature di sigarette. Aveva 28 anni.
Quando in Italia venne fatta l’autopsia, i sospetti di Massari furono confermati. Regeni era stato brutalmente picchiato, torturato e accoltellato più volte. Era morto quando gli avevano spezzato l’osso del collo. Nel frattempo in Egitto si diffondevano notizie false comunicate dai media fedeli al regime: “Regeni era omosessuale”, “era una spia”, “un tossicodipendente”, “è stato ucciso da un’amante gelosa”. Fu l’inizio di un incubo. Il governo egiziano guidato dal dittatore al-Sisi iniziò una serie incredibile di depistaggi, talmente tanti che io per questioni di spazio non li posso nemmeno riportare.
Fra poco saranno passati 5 anni dall’inverno del 2016. Questa settimana la procura di Roma ha chiuso le indagini dedicate all’omicidio Regeni. Le prove raccolte dalla magistratura italiana sono schiaccianti: sono stati identificati gli autori del crimine, appartenenti ai servizi segreti civili egiziani. Ciononostante il governo egiziano continua a simulare con disinvoltura di non sapere nulla, continuando a sostenere una tesi alternativa che è stata dimostrata essere falsa già da anni. Cinque agenti della National Security egiziana saranno processati in Italia per rapimento, tortura e omicidio. Le prove sono inequivocabili. Ma all’Italia non verranno comunicati nemmeno i loro indirizzi. E sapete perché? La magistratura egiziana ha aperto un altro processo contro ignoti, senza riconoscere come valide le prove portate da Roma e definendole come “non solide” .
Questa storia insegna tante, troppe, cose: sui sovranismi, sulle democrazie, sulle dittature, sul potere militare. Ognuno ne tragga le sue conclusioni. Io mi permetto di dire una sola cosa: attenzione allo stato di diritto. Vivere in uno stato di diritto significa vivere in uno stato che non può condannarti senza un giusto processo, in cui tutti siamo innocenti fino a prova contraria, uno stato in cui le leggi valgono per tutti, anche per i folli con sogni dittatoriali. Ma nel momento in cui il potere politico prende il controllo di quello giudiziario, le tragedie diventano quotidianità. E gli attacchi allo stato di diritto sono molto più vicini a noi di quanto siamo abituati a pensare: basta attraversare il Mediterraneo, o semplicemente guardare tra i membri dell’Unione Europea.
Riguardo il caso Regeni, vi lascio la completa e aggiornata ricostruzione di Valigia Blu e il bellissimo articolo pubblicato dal New York Times (in italiano) nel 2017. Vi consiglio davvero di leggerli, conoscere nei dettagli questa storia rende impossibile rimanere indifferenti. Verità per Giulio Regeni.
E mentre accade tutto questo, lo studente egiziano dell’Università di Bologna Patrick Zaki è ancora in carcere.
Ora un po’ di consigli. Ho pensato che qualche volta potrei anche consigliare dei film; spero l’idea possa piacervi.
Data la riflessione di oggi, ho pensato fosse perfetto questo breve intervento di Umberto Eco in cui parla del “Perché ancora oggi i classici?”.
Provate a proibire a due cani di annusarsi il sedere a vicenda quando si incontrano perché c’è un virus invisibile, e vedrete che sarà molto complicato. Noi abbiamo maggiore controllo razionale dei cani, ma il distanziamento sociale è così difficile anche per noi per motivi evolutivi. Conoscersi e salutarsi attraverso il contatto fisico è fondamentale per tutti gli animali dalla spiccata socialità, che siano uccelli, mammiferi o pesci. Questo articolo tradotto da Internazionale spiega il perchè.
“Essere e ubriachezza: far festa come gli esistenzialisti”. Non c’è altro da dire, è un articolo sulla filosofia dell’alcool: super consigliato.
Quante volte vi sono uscite su YouTube o altrove le pubblicità ossessive su “Vuoi fare i soldi online col social media marketing”? Questo video è una guida molto ben fatta su come evitare le truffe, e separare i contenuti validi dalla fuffa.
Ora la mia parte preferita, i libri. Si avvicina il Natale, quindi magari per le prossime settimane ve ne consiglio anche più di due, fatemi sapere se vi può essere utile.
Le cose crollano, di Chinua Achebe.
Il romanzo di oggi ha uno dei finali più belli e potenti che io abbia mai incontrato. “Le cose crollano” è stato uno dei primi capolavori della letteratura africana a ricevere l’approvazione della critica mondiale. Chinua Achebe è un gigante, ed è considerato il padre della letteratura africana moderna. Il romanzo… non vi dico niente perché è troppo bello, leggetelo senza sapere nulla della trama e non ve ne pentirete, promesso.
Che cosa sognano gli algoritmi?, di Dominique Cardon.
Cardon è un sociologo francese molto competente. Questo libro è un buon inizio per approcciarsi al mondo dei big data, senza allarmismi e con un approccio pragmatico. Anche se spesso Cardon mi è parso anche troppo tranquillo, il saggio vale davvero la pena: è breve, agile e preciso. Interessati ai big data perché loro si sono già interessati a te.
E anche questa settimana abbiamo finito. Grazie a tutti coloro che dedicano ad Autarkeia qualche minuto della loro attenzione ogni settimana. Se il progetto ti piace e lo trovi utile e stimolante, dammi una mano e condividi questo numero!
Vi mando un abbraccio e buona settimana,
Daniele
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