I cannoni spara-nuvole, l'uomo e la natura
L'umanità può letteralmente "far piovere". Come siamo arrivati fin qui? Quali sono le radici del rapporto che abbiamo con la natura?
Autarkeia è una newsletter settimanale che esce ogni domenica mattina, per iscriverti clicca qui. Puoi leggere qui i numeri precedenti e qui il manifesto del progetto, mentre questi sono i miei profili Instagram, Linkedin e Twitter.
Sì, hai letto bene. In realtà sono molti anni che la Cina modifica il clima artificialmente. Nel commento andremo a vedere le ultime idee di Xi Jinping e quali rischi implicano. Ma prima proveremo a riflettere su un discorso più generale: l’uomo utilizza il pianeta come se fosse un magazzino per soddisfare i suoi bisogni. Cosa giustifica questo atteggiamento? Da dove ha origine? É legittimo? L’uomo si è posto sempre in questo rapporto con la natura?
Queste convinzioni stanno avendo conseguenze incredibili nel nostro presente. Proveremo a indagarne alcune: tra geoingegneria, Cina e inseminazione di nuvole. E poi come sempre consigli, video, libri e film. Iniziamo.
“Si deve poter trovare sublime l’oceano semplicemente come fanno i poeti.”
Immanuel Kant
Vi siete mai chiesti: ma cosa legittima l’uomo a fare quello che fa? Quando è sorta in noi l’idea che tutto ciò che ci circonda possa essere sfruttato per migliorare le nostre condizioni di vita? Perché, riflettendoci un attimo, la cosa non è affatto scontata. Se andiamo per esempio a vedere il modo con cui gli antichi vivevano il rapporto uomo-natura, le cose stavano in tutt’altra maniera. Per gli antichi l’uomo era destinato a vivere nel mondo (in armonia con esso), non a sfruttarlo, a correggerlo o a dominarlo: in particolare i Greci, affascinati dalla misteriosa complessità della natura, ritenevano che la tecnica umana non avrebbe mai potuto raggiungere la perfezione e la complessità del mondo naturale, nei cui meccanismi non si doveva osare metter mano.
Quando è nato allora l’atteggiamento presente e come ha fatto a diffondersi talmente tanto da diventare egemone? Io ritengo che le radici siano tre: una storica, una culturale e una religiosa. Partiamo da quest’ultima.
Volenti o nolenti, tutti noi siamo cresciuti in una società cristiana, cioè una comunità che affonda le proprie radici nel cristianesimo, nei suoi valori e nella sua visione del mondo. E per quanto Darwin abbia violentemente fatto tremare queste convinzioni, è ancora radicata in noi l’idea che l’uomo sia l’apice della creazione e che la natura sia stata creata da Dio in funzione dell’uomo. Ma non solo, cito il passaggio della Bibbia in cui Dio sta punendo Adamo ed Eva per il loro peccato (Gen., 3.17-19):
Con dolore trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane, finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere ritornerai.
A parte l’incredibile bellezza letteraria di questo passaggio, queste parole insegnano molto sulla nostra tradizione e ci permettono di procedere con il ragionamento. Prima della mela, l’uomo viveva nel paradiso terrestre in cui tutto sorgeva spontaneamente e non doveva faticare per procurarsi il cibo, ma a seguito del peccato originale e della cacciata di Adamo ed Eva dall’Eden, l’umanità dovette iniziare a faticare e soffrire per soddisfare i propri bisogni: proprio per questo gli esseri umani sono legittimati a sfruttare la natura, creata in loro funzione, per procurarsi ciò che necessitano.
Questo discorso non mira ad accusare il cristianesimo di essere all’origine del cambiamento climatico (le cose sono molto più complesse di così, ricordate?), ma solo a mostrare su quali radici si innesta il nostro modo di intendere la natura. Come ci piace fare qui su Autarkeia, riporto anche una differente e interessante opinione di un teologo italiano.
Dopo la radice religiosa, quella culturale e quella storica vanno viste assieme. Tra Settecento e Ottocento la rivoluzione industriale permise all’uomo di moltiplicare esponenzialmente le proprie capacità produttive. Questo fenomeno storico-economico trovò terreno fertile nelle convinzioni che si erano ampiamente diffuse nella classe borghese e intellettuale del tempo, in seguito alla rivoluzione scientifica e in particolare alle idee di Francis Bacon, uno dei più importanti pensatori degli ultimi secoli.
La concezione di Bacon della natura diverrà incredibilmente influente: Sir Francis intendeva la natura come un magazzino di risorse che l’uomo deve sfruttare attraverso la scienza e la tecnologia per migliorare le proprie condizioni di vita e per dominare ciò che ci circonda. Queste idee divennero presto una giustificazione filosofica autorevole e valida allo sfruttamento industriale delle risorse naturali. Quello che successe dopo lo sapete già.
Ed è così che arriviamo al presente. Oggi sappiamo tante cose in più di Bacon, forse anche lui cambierebbe opinione: l’uomo rappresenta un misero 0,01 della vita sulla Terra, abbiamo visto foto come questa (grazie a Francesco per avermi scritto e avermela fatta conoscere), sono nati i movimenti ambientalisti grazie ad alcune prese di consapevolezza che avevo spiegato meglio qui, e tanto altro ancora.
Qual è il punto? Ritengo questo tipo di discorsi utili a comprendere che la visione presente del rapporto uomo-natura non è l’unica possibile, che essa ha precise origini storico-culturali e che può essere criticata e messa in crisi. Ma sarei molto curioso di sapere le vostre opinioni: potete commentare qui sotto o rispondermi direttamente a questa mail. Ho scritto un saggio qualche mese fa sulla complessità dei cambiamenti climatici, per chi fosse interessato lo si può leggere qui.
Ma ora l’attualità: che diavolo sta facendo quel pazzo di Xi Jinping?
Negli ultimi tempi, soprattutto dopo l’uscita di questo libro, si è parlato moltissimo di geoingegneria. Che cos’è? In sintesi è l’idea che, assumendo che il taglio alle emissioni di CO2 non sarà sufficiente per risolvere la crisi ambientale, sia necessario che l’uomo si intrometta nei meccanismi naturali per correggerli, utilizzando la tecnologia e l’ingegneria. Come? Per esempio ricongelando ghiacciai, coltivando orti sulla luna, o sparando aerosol nell’atmosfera.
Ognuno a seconda delle sue idee può avere la propria opinione a riguardo. Io tendo a essere molto pragmatico e poco ideologico su questi temi, ma non penso che i Greci avrebbero approvato con entusiasmo queste idee oggettivamente un poco deliranti. Anche se spesso ne sappiamo poco, alcune di queste pratiche sono attive già da parecchi anni, in particolare il cloud seeding (letteralmente inseminazione delle nuvole).
Questi esperimenti di modifica del clima vanno avanti da parecchi decenni, anche se solo ultimamente hanno ottenuto risultati soddisfacenti. In particolare, riporta CNN, la Cina dal 2012 al 2017 ha investito più di un miliardo di dollari in programmi sperimentali per il controllo delle condizioni meteorologiche. Il 2 dicembre il governo cinese ha comunicato che entro il 2025 il paese “avrà un sistema avanzato di modifica del meteo” che coinvolgerà un’area di 5,5 milioni di chilometri quadrati (46 volte l’Italia).
Il principale metodo che verrà utilizzato è appunto il cloud seeding, cioè “una tecnica che permette di aumentare la quantità e controllare il tipo di precipitazioni attraverso l’utilizzo di particolari agenti chimici che interagiscono con le nuvole”. Questi agenti chimici vengono o sparati nel cielo da cannoni all’interno di speciali razzi, oppure direttamente rilasciati dagli aerei. Sempre secondo il comunicato del governo, il programma meteorologico servirà “per aumentare la produttività agricola, proteggersi dai danni della siccità, fornire aiuto allo scoppiare di incendi e a proteggere le aree boschive”.
Ma i dubbi sono molti. Come per tutte le ambiziose opere di geoingegneria, la complessità del sistema atmosferico non permette di definire con precisione le conseguenze che massivi interventi umani nei cieli potrebbero causare. Inoltre gli esperti già immaginano future accuse di “furto di pioggia” tra stati confinanti, o scenari in cui le forti tensioni tra India e Cina sfocino in un conflitto tra le due superpotenze che porti il regime cinese a utilizzare il cloud seeding come arma, facendo nevicare artificialmente nei punti nevralgici dei confini impervi tra i due paesi.
Tutto questo è difficile da credere, ma sta accadendo. La tecnologia potrebbe risolvere i problemi che essa stessa ha creato? O siamo in preda a deliri di onnipotenza? Quali sono le conseguenze di un’ingegneria che può letteralmente far piovere? Per quanto ci si possa disinteressare a questi temi, domande di questo tipo saranno centrali nel futuro di tutti, e in parte sono già realtà.
Anche oggi ho tentato di collegare riflessione e commento, grazie a tutti coloro che mi hanno scritto/detto di avere apprezzato anche il tentativo della scorsa domenica. E ora, i consigli di questa settimana.
Rimanendo in tema, una delle più pazze e temerarie idee di geoingegneria mai pensate è stata Atlantropa. Nel 1927 un architetto tedesco progettò di prosciugare il mar Mediterraneo per aumentare le terre emerse e unire il continente africano e quello europeo. Questo video racconta tutta la storia (un sacco di intellettuali pensavano di farlo sul serio).
Due settimane fa abbiamo parlato di Giulio Regeni. Ci sono state novità, soprattutto rispetto ad alcune azioni estremamente controverse del presidente francese Macron. Vi lascio a questo bel video di Alessandro Masala, il fondatore di Breaking Italy, che spiega molto bene la questione. Per i pochi che non lo conoscono, Alessandro da molti anni pubblica video giornalieri di informazione e attualità, commentando le notizie del giorno. Partito da una telecamera nella sua stanza, oggi ha dipendenti, un brand di abbigliamento e quasi 700.000 iscritti. I suoi numeri sono sì impressionanti, ma del tutto meritati.
Il Guardian ha pubblicato la lista dei 100 migliori film dal 2000 a oggi. Dato che probabilmente le vacanze di Natale saranno vacanze sul Divano, 100 film dovrebbero bastare.
Questa settimana il doppiatore, perfomer teatrale e youtuber Giovanni Pizzigoni, in arte GioPizzi, ha pubblicato due video in cui racconta l’incredibile storia del “mostro di Firenze”. Non sempre mi piacciono i suoi contenuti, ma questa storia l’ha raccontata in maniera magistrale, divertente e profonda. Ecco la parte uno e la parte due.
Se vuoi concretamente supportare Autarkeia puoi comprare i libri consigliati direttamente dai link della newsletter, o acquistare qualcosa da questo link generico. Tu non paghi un centesimo in più, e io ricevo qualche spicciolo sul prezzo di vendita. É un gesto più che altro simbolico, ma importante per permettere al progetto di crescere e di essere più sostenibile nel lungo periodo.
Libriiiiiiii.
La guerra delle salamandre, di Karel Capek.
In una baia dei mari del Sud vengono per caso scoperte delle salamandre “antropomorfe” estremamente intelligenti. Gli umani decidono di addestrarle e di sfruttarle come schiave. Col passare del tempo però, le salamandre si organizzano, collaborano, e decidono di ribellarsi: fino a costruire una civiltà parallela che, come si deduce dal titolo, farà esplodere una guerra. Magistrale metafora politica, il suo autore, Capek, è l’intellettuale che ha coniato il termine robot, con un altro suo romanzo, che avrà immensa fortuna.
Effetto serra effetto guerra, di Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini.
Questo libro ha rivoluzionato il modo con cui osservo i cambiamenti climatici. Scritto da un diplomatico e da un climatologo, il saggio dimostra come sia interesse della nazioni contrastare la crisi del clima. Le conseguenze senza azioni immediate saranno guerre, migrazioni di massa, fame e povertà. Super consigliato.
E anche questa domenica abbiamo finito. Inizio a sentire un po’ la fatica di questo impegno, ma ogni volta che ricevo messaggi, mail e condivisioni da voi, comprendo che questo sia un investimento in cui vale la pena mettere anima e corpo. Ho notato che se voi condividete la newsletter settimanale senza taggarmi, io non posso risalire al vostro post. Taggatemi così che io possa vederlo, i miei contatti sono qui sotto!
Vi mando un abbraccio e ci sentiamo domenica,
Daniele
Autarkeia è una newsletter settimanale che esce ogni domenica mattina, per iscriverti clicca qui. Il progetto è totalmente gratuito, quindi vive del supporto della community: aiutami a fare conoscere Autarkeia. Se apprezzi questo appuntamento settimanale, condividilo, consiglialo e parlane con amici e parenti. Puoi leggere qui i numeri precedenti e qui il manifesto del progetto. Hai bisogno di contattarmi? Rispondi direttamente a questa mail.